La Bolla dei Mari del Sud

Pubblicato il 28 giugno 2025 alle ore 08:00
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Autore Vincenzo Vita

Nei duri primi anni del XVIII secolo, mentre la Francia era travolta dal ciclone del Mississippi di John Law, anche il Regno Unito si preparava a vivere la propria, speculare, frenesia finanziaria: la celebre Bolla dei Mari del Sud (South Sea Bubble) del 1720. Una storia che, ancora oggi, risuona come un monito sui pericoli dell'avidità e della speculazione sfrenata, capace di inghiottire anche le menti più brillanti, persino quella di Sir Isaac Newton.

Immagina una Gran Bretagna stanca delle guerre, con un debito pubblico colossale che minacciava la stabilità economica. È qui che entra in scena la South Sea Company, una compagnia creata nel 1711 con un ambizioso, quanto fumoso, obiettivo: ottenere il monopolio del commercio con le ricche e inesplorate colonie spagnole dell'America Latina. Questo "monopolio" era, in realtà, più un miraggio che una concreta opportunità, dato il controllo spagnolo della regione e le limitazioni imposte dal Trattato di Utrecht.

Una Promessa Troppo Bella per Essere Vera

Il vero affare, però, non era il commercio in sé, ma l'accordo epocale stretto con il governo britannico nel 1719. In cambio dell'assorbimento di una fetta enorme del debito pubblico (circa 31 milioni di sterline dell'epoca!), alla South Sea Company fu concessa una serie di privilegi e l'aura di un'impresa di portata imperiale. Per finanziare questa operazione, la Compagnia doveva emettere nuove azioni.

Ciò che seguì fu una corsa all'oro senza precedenti, alimentata da:

  • Promesse Esagerate: La Compagnia, e i suoi entusiasti promotori, dipinsero scenari di ricchezze inimmaginabili provenienti dai Mari del Sud. Il sogno di miniere d'oro e commerci fiorenti in un nuovo mondo accese la fantasia collettiva.
  • Frenesia Speculativa: L'euforia era contagiosa. Tutti volevano partecipare a questo facile arricchimento. Le azioni della Compagnia passarono da circa 128 sterline all'inizio del 1720 a oltre 1.000 sterline in pochi mesi. Nobili, mercanti, artigiani e persino il giardiniere reale scommisero i loro risparmi e i loro patrimoni.
  • "Bubble Act" e Competizione Illegale: Il Parlamento, influenzato dalla Compagnia stessa, approvò il famoso "Bubble Act", che rendeva illegali le altre società per azioni che non avevano una licenza reale, eliminando di fatto la concorrenza e incanalando tutta la speculazione verso la South Sea Company e poche altre autorizzate. Questo, ironicamente, contribuì a gonfiare ulteriormente la bolla.

Il Crollo Inesorabile e le Sue Vittime Illustri

Come ogni bolla speculativa, anche quella dei Mari del Sud era basata sulla fiducia e su promesse insostenibili. Non c'erano profitti reali a giustificare un tale aumento di valore. Quando i primi investitori iniziarono a vendere per incassare i guadagni e la verità sulla scarsa redditività del commercio con l'America Latina iniziò a farsi strada, il panico si diffuse.

Il prezzo delle azioni precipitò vertiginosamente, passando da oltre 1.000 sterline a meno di 200 sterline in poche settimane. Migliaia di investitori furono rovinati, compresi molti membri dell'aristocrazia e del Parlamento.

Tra le vittime più celebri di questa follia finanziaria ci fu il genio della scienza, Sir Isaac Newton. Aveva saggiamente venduto le sue azioni all'inizio dell'anno, realizzando un buon profitto. Ma, accecato dalla continua ascesa dei prezzi e dalla frenesia generale, rientrò nel mercato acquistando a prezzi ben più alti, subendo infine una perdita colossale stimata in circa 20.000 sterline (una fortuna all'epoca). La sua famosa frase: "Posso calcolare il moto dei corpi celesti, che vanno da un punto A ad un punto B , ma non la follia delle persone" è spesso attribuita a questa amara esperienza.

La Bolla dei Mari del Sud fu un disastro nazionale che portò a un'ondata di inchieste parlamentari e a riforme legislative. Servì da severo monito sui pericoli della speculazione irrazionale e sulla necessità di una regolamentazione finanziaria, lasciando un'impronta indelebile nella storia economica britannica e globale.

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