Autori Gabriele Bellelli , Gianluca Defendi
Recensione di Vincenzo Vita
La lettura di un nuovo libro sull'investimento è sempre un atto di speranza, una ricerca della pepita d'oro che possa illuminare il percorso spesso impervio dei mercati finanziari. Tuttavia, la realtà per un lettore italiano, come ben sottolineato dall'autore di questa recensione, si scontra spesso con una certa aridità terminologica, una difficoltà intrinseca nella nostra lingua nel veicolare quell'urgenza e quella "voglia" di risparmiare e investire che invece certi testi anglosassoni sembrano evocare con maggiore naturalezza. Ed è proprio con questa premessa, una sorta di disincanto iniziale, che si apre il sipario sulla recensione di un libro che promette di rompere gli schemi, pur presentandosi in modo, a tratti, fin troppo familiare.
Il viaggio attraverso le prime 160 pagine di questo volume sembra confermare i timori iniziali: "sempre la stessa minestra, niente di nuovo," . Questa frase, concisa e diretta, dipinge il quadro di un'esperienza di lettura che, per buona parte del percorso, ricalca sentieri già battuti da innumerevoli altri manuali sull'argomento. Si può immaginare una trattazione generica sui principi base dell'investimento, magari qualche cenno alla diversificazione, all'analisi fondamentale o al rischio, concetti fondamentali sì, ma che per un lettore già navigato nel mare della letteratura finanziaria, possono apparire ridondanti. La sensazione del già vissuto è una trappola comune per chi cerca la vera innovazione o un'intuizione che possa davvero fare la differenza. Si sfogliano pagine, si leggono paragrafi, si attendono svolte che sembrano non arrivare mai, alimentando il dubbio che si tratti dell'ennesimo volume destinato a occupare uno scaffale senza lasciare un segno duraturo.
Eppure, è proprio nel contrasto tra questa "genericità" iniziale e la rivelazione successiva che risiede la forza di questa recensione e, presumibilmente, del libro stesso. L'utente, infatti, pur riconoscendo la familiarità dei contenuti per una parte consistente del testo, solleva inaspettatamente l'asticella delle aspettative con un'affermazione audace e provocatoria: "questo libro potrebbe valere anche 10.000 euro più del valore che io do A spasso per Wall Street". Questa comparazione non è da poco, considerando che A spasso per Wall Street (titolo originale A Random Walk Down Wall Street di Burton Malkiel) è un classico intramontabile, un caposaldo della letteratura finanziaria globale, apprezzato per la sua chiarezza, il suo approccio basato sull'evidenza e la sua critica alle mode passeggere del mercato. Definire un libro "migliore" e con un valore monetario così spropositato rispetto a un tale gigante, denota una fiducia quasi mistica nella sua unicità.
La ragione di un giudizio così sbilanciato e apparentemente iperbolico viene svelata con una sola, potente parola: "strategia". "Dico questo libro è migliore solo per la strategia vale questi soldi, già perché nonostante l'80% del libro è generico, ma le strategie di questo libro lo rende unico e gli do il valore come detto prima di 10.000 euro e sarà solo e l'unico libro che vale questi soldi poi chissà se ci saranno libri che valgono così tanto." Questa è l'essenza della recensione, il nucleo incandescente che trasforma una critica iniziale in un'esaltazione quasi reverenziale.
L'utente suggerisce che, al di là delle introduzioni e delle spiegazioni di base che riempiono la maggior parte delle pagine, il vero tesoro del libro risiede negli ultimi capitoli. È qui, presumibilmente, che vengono svelate le "strategie" che elevano l'opera al di sopra della media, conferendole un valore stimato non in termini di costo editoriale, ma di potenziale impatto sul portafoglio dell'investitore. Un valore di 10.000 euro non è il prezzo di copertina, ma il riconoscimento di un vantaggio competitivo, di un elemento talmente profondo e applicabile da poter generare profitti significativi, ben oltre il costo irrisorio di un libro.
Questo focus sulla "strategia" implica che il libro non si limita a descrivere cosa succede nei mercati o perché si dovrebbe investire, ma fornisce il come fare in modo efficace, con un approccio pratico e, forse, controintuitivo. Potrebbe trattarsi di un metodo di selezione dei titoli, di una logica di allocazione del capitale, di un sistema di gestione del rischio o di una prospettiva unica sulla psicologia del mercato. Il fatto che l'utente non ne sveli il contenuto, ma si limiti a esaltarne il valore, accende la curiosità e suggerisce che si tratti di qualcosa di talmente prezioso da non poter essere divulgato con leggerezza. È la promessa di una chiave di volta, un "segreto" (anche se probabilmente è una saggezza applicata con rigore) che può distinguere l'investitore medio da quello di successo.
La frase finale, "Se non credete alle mie parole leggete gli ultimi capitoli del libro," è un invito diretto e quasi una sfida. È un modo per dire: "Non fidatevi della mia esagerazione, ma verificate voi stessi." Questo serve a rafforzare la credibilità dell'affermazione e a spingere il lettore a cercare la verità nelle pagine finali del volume. Sottolinea che il valore non è nella quantità del testo, ma nella qualità e nella densità delle informazioni strategiche contenute in una porzione, seppur ridotta, del libro. È un libro che richiede pazienza, la capacità di filtrare il "rumore" e di riconoscere il "segnale" quando si presenta.
In conclusione, questa recensione, nonostante la sua brevità iniziale e l'apparente contraddizione, riesce a comunicare un messaggio potente. Trasforma un comune manuale d'investimento in un oggetto quasi mitico della conoscenza finanziaria, non per la sua originalità stilistica nell'80% del testo, ma per la pura e inestimabile validità delle strategie che offre. È un richiamo al fatto che, a volte, la vera ricchezza non si trova nelle teorie complesse o nelle previsioni futuristiche, ma in poche, chiare e applicabili intuizioni che possono trasformare radicalmente l'approccio di un investitore. Un libro che, a giudicare da queste parole, merita di essere letto fino all'ultima pagina, alla ricerca di quel valore nascosto che il recensore ha così ardentemente scoperto.
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